Healthdesk 2019

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Frattura del femore. Non è necessario sostituire l’intera articolazione: la protesi parziale può bastare

La rivista Healtdesk ha pubblicato un articolo dedicato alla tecnica chirurgica eseguita dal Prof. Moroni.

Il giornalista scrive di un recente studio della McMaster University di Hamilton, in Canada, pubblicato sul New England Journal of Medicine, il quale dimostra che l’artroprotesi (sostituzione totale dell’intera articolazione) non garantisce risultati superiori a quelli dell’endoprotesi (sostituzione parziale, solo la testa del femore): le due operazioni, alla resa dei conti, si equivalgono.

Lo studio, che ha coinvolto 1.500 pazienti di 10 Paesi del mondo, ha fatto emergere che le persone che hanno subito un intervento di artroprotesi  hanno un recupero delle funzioni dopo due anni dall’impianto leggermente superiore a quello dei pazienti che hanno fatto l’endoprotesi.

Questo il link completo all’articolo.

Controllo regionale protesi MOM (Metallo/Metallo)

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La Regione Emilia Romagna, unica in Italia, con circolare 8/2016, ha disposto, sulla base di motivazioni non da tutti condivise, il controllo delle protesi d’anca con componenti metallo-metallo.

Tale controllo prevede una radiografia dell’anca, una visita ortopedica e un prelievo ematico per il dosaggio degli ioni di Cromo e Cobalto.

Al momento attuale sono stati già controllati 550 nostri pazienti e nel 99.2% dei casi i valori di cromo e cobalto sono risultati tali da non richiedere ulteriori approfondimenti, secondo la stessa direttiva regionale (valori di Cromo e Cobalto inferiori a 7 microg/l).

Pur ritenendo la regione Emilia Romagna che con valori inferiori a 7 non sia necessario ripetere questo tipo di esame, il protocollo di controllo che consigliamo prevedere: una radiografia, una visita ortopedica ogni due anni e mezzo e l’analisi del Cromo e del Cobalto ogni 5 anni.

Questo perché riteniamo che l’analisi Cromo e Cobalto non serva ad escludere ipotetici effetti dannosi sulla salute, che per gli impianti ben funzionanti sono peraltro ampiamente esclusi dai risultati della letteratura medica del settore, ma per poter confermare con precisione il positivo funzionamento dell’impianto protesico.

Nuove frontiere in chirurgia protesica dell’anca

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Aspetti giuridici e implicazioni medico-legali connessi all’utilizzo di tecniche e materiali innovativi

Lo scorso 22-23-24 Gennaio 2018, presso l’Istituto Clinico San Siro, Milano, si è svolto il Corso di Alta Specializzazione: “Nuove Frontiere in chirurgia protesica dell’anca“.

Organizzato dal Prof. Antonio Moroni, ha visto la partecipazione di Docenti dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Docenti dell’Università di Bologna e Medici esperti nella chirurgia protesica dell’anca.

Il Corso, rivolto sia a professionisti che a studenti e giovani laureati, aveva come obiettivo principale quello di ampliare le conoscenze sui materiali più innovativi per la chirurgia dell’anca e su particolari aspetti quali: la riabilitazione, la prevenzione, le capacità sportive ed occupazionali dopo un intervento di protesi all’anca.

Promuovere la conoscenza delle più recenti tecniche di protesizzazione dell’anca, tra cui l’artroplastica di rivestimento, è stato uno degli obiettivi formativi discussi durante il corso.

Di seguito riportiamo alcune immagini dell’intervento che è stato trasmesso in aula.

Prof corso gennaio 18
campo operatorio corso gennaio 18
Prof sul campo corso gennaio 18
dettaglio corso gennaio 18

BHR 20th Anniversary Meeting

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Il 19 e 20 ottobre 2017 si è tenuto a Memphis negli Stati Uniti il Congresso “BHR 20th Anniversary Meeting”.  Tale Congresso è stato organizzato per celebrare il ventesimo anniversario del primo intervento di rivestimento dell’anca con BHR che venne eseguito a Birmingham nel Regno Unito nel 1997. 

Al Congresso hanno partecipato diversi chirurghi americani e in minor misura europei venuti per apprendere i risultati dei chirurghi più esperti nella chirurgia di rivestimento dell’anca. I relatori sono stati selezionati fra i chirurghi che vantano le maggiori casistiche di questa sofisticata ed innovativa tecnica chirurgica.

L’elenco dei relatori intervenuti comprende: 

 

Il Prof. Moroni, che nel corso del 2016 è stato il chirurgo che ha eseguito a livello mondiale il maggior numero di interventi di rivestimento con BHR, ha presentato i risultati della sua casistica che comprende 3518 interventi di rivestimento eseguiti fra il 2001 ed il 2016 con una percentuale di risultati ottimi pari al 98,39% nei pazienti maschi. 

Le conclusioni del Congresso sono che il rivestimento dell’anca se ben eseguito è l’intervento migliore per i pazienti maschi giovani ed attivi. A seguito della chirurgia di rivestimento con BHR è infatti possibile un rapido recupero funzionale con possibilità di riprendere con successo anche l’attività sportiva, inclusi gli sport ad elevato impatto, senza peraltro compromettere la durata nel tempo dell’intervento. A distanza di 20 anni dall’intervento, circa il 98% dei pazienti operati con la BHR stanno infatti ancora bene con risultati di gran lunga superiori rispetto a quelli che si ottengono con le protesi d’anca tradizionali con le quali esiste, a differenza del rivestimento, il rischio della lussazione e della differenza di lunghezza degli arti. Con le protesi tradizionali il recupero dell’attività sportiva è vietato e la durata nel tempo inferiore rispetto a quella del rivestimento. 

Un dato di grande rilievo è il risultato inerente alla durata della vita dopo la chirurgia di rivestimento. Si è infatti evidenziato come l’aspettativa di vita sia molto superiore nei pazienti operati di rivestimento rispetto a quelli operati con protesi tradizionale. Dopo gli interventi protesici tradizionali la mortalità a distanza è infatti significativamente superiore rispetto al rivestimento. Un risultato questo che contrasta in maniera drammatica con le campagne pubblicitarie e medico legali scatenate contro il rivestimento che ingiustamente è stato da alcuni accusato di provocare patologie legate al materiale metallico utilizzato. Tali accuse sono state fondate sul riscontro, peraltro parziale e temporaneo, dopo gli interventi di rivestimento di un certo incremento degli ioni metallici in circolo, aumento che è di per sé invece privo di conseguenze negative generali e che si associa ad una ridotta mortalità a distanza di tempo rispetto agli interventi protesici tradizionali.